I processi vitali che si svolgono nell’organismo richiedono un continuo apporto di energia, che deriva esclusivamente dalla combustione degli alimenti. La quantità di energia (espressa in calorie) che viene richiesta per il lavoro dipende dall’intensità del lavoro che si compie durante il tempo preso in considerazione.

Con il termine di Metabolismo Basale (MB) si definisce la quantità d’energia spesa da un individuo in condizioni di riposo, condizione durante la quale l’organismo utilizza energia per le sole attività vitali (respirazione, circolazione sanguigna, mantenimento della temperatura corporea, omeostasi cellulare, processi nervosi, attività ghiandolari…).

Il MB viene espresso in chilocalorie (o in Joules per m2 di superficie corporea e per ora).
L’energia calorica è in rapporto con la superficie corporea. Rubner ha dimostrato questo rapporto: “la quantità di calore che si produce è funzione diretta della superficie corporea”.
Le condizioni di riposo indispensabili per misurare il MB ed ottenere dei risultai paragonabili con misurazioni ripetute nel tempo sono:

  • soggetto sveglio
  • posizione supina
  • temperatura corporea normale
  • temperatura ambientale neutra (20°C)
  • distanza di almeno 10 ore dall’ultimo pasto
  • assenza di fattori di disturbo psico-fisici.

Sono numerosi i fattori che possono influenzare il consumo energetico nell’uomo come ad esempio:

  • età
  • sesso
  • razza
  • massa e composizione corporea
  • temperatura corporea
  • attività fisica e mentale
  • digestione.

Il dispendio energetico basale è massimo alla nascita e tende a decrescere raggiungendo i valori minimi dopo i 70 anni.

Nella donna si rilevano valori minori di MB rispetto all’uomo, a parità di età, peso e altezza. Questo dipende dalla diversa composizione corporea nei due sessi: la donna possiede una maggiore quantità di tessuto adiposo, metabolicamente molto meno attivo rispetto alla massa muscolare.

A parità di sesso, età e razza, il MB è maggiore in individui in cui il BMI (Body Mass Index, o IMC Indice di Massa Corporea) è più basso. Il BMI esprime il rapporto peso/altezza. Considerando che una maggiore superficie corporea comporta un aumentato scambio di calore con l’ambiente esterno, e che tra due individui di pari peso quello più alto ha una maggiore superficie esposta per gli scambi termici, è facile comprendere come consumerà più energia per mantenere costante la propria temperatura interna.

Un aumento della temperatura corporea di 1°C, provoca un aumento della richiesta di ossigeno per soddisfare le aumentate richieste metaboliche e un consequenziale innalzamento del MB di circa il 13%. Al contrario una ipotermia provoca una diminuzione del MB.

Attività fisica e mentale necessitano di quote variabili di energia, definita AEE (Activity Energy Expenditure) tanto maggiori quanto alta sarà l’intensità del lavoro svolto.

La spesa energetica aumenta anche dopo un pasto. L’incremento che si registra dipende dall’energia richiesta per la digestione e l’assorbimento dei nutrienti. Tale surplus di lavoro viene definito ADS (Azione Dinamico Specifica degli alimenti) e varia secondo la quantità degli alimenti ingeriti, la frequenza dei pasti, lo stato nutrizionale e clinico del soggetto. Si è visto che è maggiore per la digestione di cibi ricchi di proteine.


Lorenzo Messina

Dott. Lorenzo Messina Laurea in Medicina e Chirurgia Specializzazione in Medicina dello Sport Dottorato di Ricerca in Scienze Morfologiche e Biotecnologie Master Universitario di II livello Università degli Studi di Firenze in Ottimizzazione Neuro Psico Fisica e CRM Terapia Albo dei Medici Chirurghi di Modena Direttore Sanitario Poliambulatorio CARPI 3000 a Carpi (MO) Socio Ordinario della F.M.S.I. Socio Aderente alla S.I.C. Sport DCO (Ispettore Medico Antidoping)