L’Indice Insulinico nei cibi

panino pollo fritto

Analizzando le poche tabelle in circolazione si scopre che gli alimenti più a rischio di indurre infiammazione latente a causa del persistente innalzamento dell’insulina sono latte, formaggi, yogurt, carni, farine raffinate, prodotti da forno, qualche legume.

Tali lavori rilevano che non sono solo i carboidrati ad incidere sulla produzione insulinica, ma anche le proteine in maniera marcata. Tali correlazioni non sono evidenziate valutando solo l’indice glicemico.

La tabella sottostante è realizzata secondo lo studio di HA Holt, Miller, Petocz.

CIBOINDICE GLICEMICOINDICE INSULINICO
CEREALI PER LA COLAZIONE
All-bran4032
Farina d’avena6040
Muesli6040
Special K7066
Miele6067
Cornflakes7675
CIBI RICCHI DI CARBOIDRATI
Pasta bianca4640
Pasta scura6840
Pane di segale6056
Patatine fritte7174
Riso bianco11079
Pane integrale9796
Pane bianco100100
Patate141121
CIBI RICCHI DI PROTEINE
Uova4231
Formaggio5545
Manzo2151
Lenticchie6258
Pesce2859
Fagioli114120
FRUTTA
Mela5059
Arancia3960
Banana7981
Uva7482
SNACKS E PASTICCERIA
Arachidi1220
Pop corn6254
Patatine5261
Gelato7089
Yogurt62115
Barretta Mars79112
Gelatine118160
PRODOTTI DA FORNO
Ciambelle6374
Croissant7479
Torta5682
Crakers11887
biscotti7492

Sembra che anche le sole proteine del latte (non solo il lattte completo) abbiano un’azione insulino-stimolante, e questo motiverebbe come molti snack confezionati o le proteine in polvere causino un’impennata dell’insulina.

Prima di scoraggiarsi (ma allora non si può mangiare nulla!) è giusto ricordare che lo stimolo ormonale è anche direttamente proporzionale alla quantità dell’alimento assunto e, contemporaneamente, alla sensibilità del singolo individuo.

Va inoltre detto che l’assunzione di cibi con alto contenuto proteico non stimola solo l’insulina, ma ha anche un’azione favorente la secrezione di GH (ormone della crescita) e potenzialmente anche del glucagone, ormoni che contrastano la lipogenesi (che invece è favorita dall’insulina).

Come al solito in natura il problema è più complesso di ciò che appare ad un’analisi affrettata, e la formulazione e applicazione di regole richiede un approccio prudente e riflessivo.

Da evidenziare

Cibi industriali composti da diversi nutrienti, specie raffinati (come zuccheri semplici e grassi idrogenati) stimolano l’insulina in maniera ancora più sproporzionata rispetto al loro indice glicemico. Infatti, tra i cibi che più innalzano l’insulina spiccano i prodotti di pasticceria, i croissant, i biscotti, le merendine, le barrette dolci, i gelati, ed anche il pane bianco.

I prodotti alimentari maggiormente consumati nel mondo occidentale si sono rivelati quindi tra i cibi più insulinogenici e ciò può spiegare l’epidemia di malattie legate all’infiammazione latente (malattie cardiovascolari, obesità, diabete, malattie autoimmuni, tumori).

Nel caso di una classica colazione composta, ad esempio, da cornetto e cappuccino, si assiste ad un effetto iperinsulinizzante e ipoglicemizzante per opera dell’insulina, stimolata sinergicamente da farina raffinata, zucchero e grassi idrogenati contenuti nel cornetto, assieme al latte e zucchero del cappuccino. Effetti analoghi possono essere riscontrati nelle colazioni a base di biscotti, pane bianco, burro, marmellata, latte zuccherato (Guglielmo, 2005).

E’ stato confermato come anche cibi proteici causano un incremento della risposta insulinica, nonostante l’assenza di carboidrati (Holt et all, 1997). Le proteine, nello specifico gli aminoacidi che le compongono, provocano un moderato stimolo alla produzione dell’ormone. L’assunzione di cibi proteici, amminoacidi misti, e specifici amminoacidi insulinogenici (Nuttall et all, 1984; Nyrop, 2006), oltre ai carboidrati, rappresentano il maggiore stimolo sulla secrezione di insulina. Tra questi si citano principalmente arginina e leucina, lisina (Soria, 1997), valina (Dujany, 2001) ovvero gli aminoacidi ramificati tanto in voga tra gli sportivi.

Questi studi confermano come il consumo di cibi freschi e non raffinati influisca in maniera inferiore sull’indice insulinico evitando picchi di secrezione di questo ormone.

Un’alimentazione più equilibrata consiste nel consumo di cibi non raffinati col giusto equilibrio tra carboidrati integrali e proteine, fibre, frutta e verdura. Ciò permette all’organismo di ricevere tutti i nutrienti necessari ad affrontare la giornata senza provocare picchi insulinici dannosi all’organismo.

L’interferenza del sodio

E’ necessario considerare come probabilmente c’è un altro fattore che influenza la stabilità glicemico-insulinica. Questo fattore è il sodio.

Tutti riconosciamo le problematiche legate agli eccessi di sodio, correlate alla ritenzione idrica e all’ipertensione arteriosa, ma ci sono sempre più ricercatori sicuri della correlazione sodio-glicemia.

Sicuramente l’eccesso di sodio provoca tramite eliminazione urinaria di magnesio e potassio un potenziale aumento della resistenza all’insulina.

La presenza di sodio crea una diffusione facilitata del glucosio (dall’enterocita al torrente ematico), gli ioni sodio si rendono indispensabili per assorbire molecole di glucosio.

Da queste considerazioni è facile capire come lo stesso alimento, a parità di carboidrati, cambi la sua stimolazione sulla glicemia (e quindi sull’insulina) anche in base al contenuto di sodio.


Lorenzo Messina

Dott. Lorenzo Messina Laurea in Medicina e Chirurgia Specializzazione in Medicina dello Sport Dottorato di Ricerca in Scienze Morfologiche e Biotecnologie Master Universitario di II livello Università degli Studi di Firenze in Ottimizzazione Neuro Psico Fisica e CRM Terapia Albo dei Medici Chirurghi di Modena Direttore Sanitario Poliambulatorio CARPI 3000 a Carpi (MO) Socio Ordinario della F.M.S.I. Socio Aderente alla S.I.C. Sport DCO (Ispettore Medico Antidoping)